Un silenzio surreale. “Il 5 marzo 2020, la scherma marchigiana si è fermata, – commenta il presidente del Cr Marche Stefano Angelelli – come immagino sia successo al resto d’Italia. Proprio il giorno prima mi trovavo nella palestra del Club Scherma Jesi in compagnia di tecnici-genitori-atleti, a festeggiare il compleanno del nostro custode e, anche se da qualche giorno giravano notizie circa l’inizio del dilagare di questa epidemia in Lombardia, non avrei mai immaginato che l’indomani mi sarebbe giunto il comunicato Federale, con allegato il Decreto del Presidente del Consiglio, che intimava la chiusura delle palestre e la sospensione di ogni attività sportiva. Da quel momento il buio totale, siamo stati colti di sorpresa, ci siamo sentiti frastornati, ci siamo sentiti impreparati a gestire una situazione così anomala sia dal punto di vista umano che organizzativo”.
Lo stato d’animo del presidente Angelelli è comprensibile, da settimane siamo attori non protagonisti di un film giallo che sta cambiando le nostre vite. “Dopo i primi giorni di confusione, di incertezze e la difficoltà da parte delle società schermistiche di gestire le telefonate dei genitori preoccupati per la salute dei propri figli e per il loro futuro sportivo, – ha aggiunto Angelelli – la Federazione ha provvidenzialmente emanato comunicati di sospensione delle attività agonistiche nazionali che si estendevano a quelli internazionali con comunicato FIE del 13 marzo. A questo punto il Comitato Regionale Marche si è riunito, in videoconferenza, per fare il punto della situazione”.
Cosa è emerso da quella video conferenza?
“In seguito, ho contattato le Società Marchigiane e la risposta è stata univoca: “Siamo in difficoltà!” (specialmente quelle più piccole che hanno paura di non riuscire a ripartire) anche se, da parte di tutte, c’è la volontà di tenere vivo il contatto con gli atleti, per cui i preparatori atletici, attraverso l’uso delle videochat, dispensano esercizi ai ragazzi più grandi ed attività, più che altro ludiche, a quelli più piccoli…già pronti a tornare in pedana!”.
Anche le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono slittate al 2021, è stata una decisione saggia?
“Nonostante in un primo momento tutti abbiamo sperato che questa situazione potesse risolversi in poche settimane e che i Giochi Olimpici potessero svolgersi come da programma, alla luce degli sviluppi della pandemia, la decisione del C.I.O. di posticipare le Olimpiadi di Tokyo al 2021, è stata a mio avviso una scelta più che obbligata. La tutela della salute dei nostri atleti è molto più importante, anche se comprendo e condivido la frustrazione di tecnici ed atleti che hanno sudato quattro anni per prepararsi alla somma competizione”.
Cosa si sente di dire a coloro che stanno vivendo queste settimane, chiusi a casa?
“Credo che, in questo momento, quello che dovemmo fare è trarre del positivo da questo periodo oscuro e incerto. Riscoprire la famiglia e tutti i suoi aspetti, cosa che in tanti, presi dalla frenesia quotidiana, avevamo lasciato un po’ in secondo piano. Anche per quelli come me, che gli affetti più cari li ha già grandi e lontano da casa devo dire che ora, con mio grande piacere, li vedo e sento più di prima. Questa tragedia che stiamo vivendo è spaventosa ma quando arriveremo fuori dal tunnel, perché presto ci arriveremo, saremo sicuramente cambiati positivamente. Ai medici, al personale sanitario, a tutti i volontari del servizio civile, all’Esercito, a chi ancora lavora per non farci mancare il necessario e a tutti quelli di buon cuore, che si stanno adoperando affinché questo triste periodo passi velocemente, va tutto il mio incondizionato ringraziamento. Il mio pensiero e la mia vicinanza anche a tutte quelle persone che ci hanno lasciato e alle loro care famiglie, sperando che abbiano la forza di rialzarsi e ricostruire un futuro. Colgo l’occasione per fare un grande Augurio a tutto il movimento della Scherma Italiana, che il #DISTANTIMAUNITI ci faccia riprendere al più presto e più forti di prima”.