La storia

In senso etimologico “scherma” deriva da “schermire” verbo che ha come significato l’atto del ripararsi, del difendersi. Alcuni studiosi fanno derivare tale termine dal tedesco arcaico “skirmen”, che vuol dire proteggere e, per sinonimia, difendere o difendersi.

Nel Vocabolario dell’Accademia della Crusca infatti si trova questa definizione: “scherma, schermire è riparare con arte il colpo che tira il nemico e cercare di offenderlo sempre”. L’arte della scherma appunto.

Tale arte si evolve nel corso di più secoli, accompagnata anche dall’evoluzione delle sue armi a partire dalle prime armi da taglio, passando dal gladio romano fino, ai famosi spadoni medievali, ad arrivare ai giorni nostri alle armi da punta e da taglio. Il duello inizialmente limitato alla scherma militare, fu esteso poi all’uso civile come salvaguardia dell’onore e dei principi morali.

Già nel XIII secolo si parlò di una scherma italiana che godeva di grande prestigio fuori dai confine della penisola. Fin dal 1292 cinque maestri italiani ebbero sale d’armi a Parigi. Nella seconda metà del Trecento a Bologna, vissero maestri come Nerio e Lippo Di Bartolomeo; Gioacchino Meyer, fondatore più tardi della scherma tedesca, era stato allievo, a Bologna, del celebre Achille Marozzo.

L’irradiarsi della scherma italiana coincise con il fiorire del genio Italiano in tutto il continente tipico di quei secoli. Risale di fatto al 1400 la nascita delle prime scuole di scherma con i cosiddetti “maestri d’arme”.