“Smetto quando voglio” è un film italiano di successo, e però pure il titolo d’un pezzettino di vita d’un ragazzo del Sud che di smettere – con la scherma – c’aveva pensato, qualche anno fa, e invece che adesso insegna a tutti quanto sia bello non smettere mai di sognare. Luigi Samele – Fiamme Gialle – da Foggia, Gino per molti e Gigi per molti altri, è un Campione di semplicità, cresciuto a pane, sudore, cambi di casa, medaglie, batoste, riprese e ruggiti, tutto “gestito”, forse a volte nascosto, ma comunque sempre governato, da quel sorriso che non perde mai. Neppure quando piange, tipo stasera, come un bambino di 37 anni che a Parigi 2024 s’è messo al collo un bronzo che luccica, la quarta medaglia olimpica della carriera, la seconda di fila individuale dopo l’argento di Tokyo.
Che storia (!), questo “cittadino d’Italia” che parla tre lingue, anche se la quarta ch’è il foggiano sarà sempre la prima, rinato schermisticamente qualche anno fa a Bologna per scacciare quel cattivo pensiero, e annodato tra le radici più autentiche d’una famiglia che al Grand Palais s’è ritrovata compatta, impazzita di gioia per il suo Gino, manco fosse un cenone di Natale oltralpe. Ci sono mamma Eleonora e papà Franco, quelli che hanno reso tutto possibile, i fratelli Riccardo e Francesco, legami di sangue e d’amore (come tutte le famiglie, sì-certo, e però loro di più), la cognata Simona, i nipoti Greta e Lorenzo, i cugini Marcello, Davide, Mattia, Giacomo, Bereket e Ahmet, gli zii Martina, Mario, Mario e Antonella, Luca che nell’albero genealogico non c’entra, eppure è uno di quei “rami forti”. Al Grand Palais ci sono 8mila persone, i francesi fanno un tifo del diavolo, e alla “Curva Samele” piace così.
Facciamo chi si sente di più. Spettacolo che s’aggiunge a spettacolo…
C’è pure Olga, ovviamente, che va via prima dei titoli di coda, perché è una campionessa e ha da pensare alla sua gara. Gioirà dal villaggio. Semplice. Come Gigi. Come loro.
È città piena di sorprese, la Parigi di Gigi. Alle sei del pomeriggio, per esempio, mentre aspetta l’inizio delle semifinali, gli squilla il telefono. “Vieni un attimo? C’è il Presidente Mattarella che vuole salutarti”. Risposta: “Ma a chi? A me? Il Presidente della Repubblica? Veramente!?”. In quella stretta di mano con il Capo dello Stato c’è la promessa d’una medaglia, tanto che per vederla il Presidente tornerà in tempo a godersi l’apoteosi di Samele, bronzo olimpico con tanto di standing ovation. Qui, in questo tempio di storia e pure di scherma, dove 14 anni fa, da giovanotto, vinse un argento iridato a squadre. Quanta strada, quanti anni, quante emozioni e quanto Gigi…
E però adesso stop alle celebrazioni! Ché fra tre giorni c’è la gara a squadre: Luca ha un sogno sospeso da un derby, Michele e Pietro sono la meglio gioventù che punta a qualcosa di grande, e poi c’è Gigi. Il protagonista del nostro “Smetto quando voglio”. Va da sé che non ha certo intenzione di farlo stasera…
(foto Bizzi)