“Mamma, oggi faccio podio”. Nico – per tutti i compagni di squadra Sonny – lo promette prima del riscaldamento. Al girone inizia con una sconfitta, e però non smette un attimo soltanto di crederci. Al suo primo Mondiale ci è arrivato da vicecampione d’Europa in carica tra gli spadisti Under 17, e siccome sulle pedane iridate della Cina, in cui l’America fa quasi l’asso pigliatutto, il Vecchio Continente lo porta un bel po’ sulle spalle l’Italia, va da sé che quell’argento d’un mese e mezzo fa ad Antalya debba farlo pesare.
Si scioglie presto, Nico. Concentrato più che teso. Determinato più che con voglia di strafare. Sa cosa vuole. E sa pure come andarselo a prendere. Vince una diretta dopo l’altra, questo ravennate che nella scherma diventa forlivese: mattina liceo, con media dell’8, pranzo, poi subito a studiare per esser pronto all’autobus delle cinque del pomeriggio, e via in palestra ad allenarsi. L’ha costruita così la sua stagione perfetta. Che l’ha portato al coronamento d’un sogno. “Ancora non ci credo. La volevo da sempre, una medaglia al Mondiale”, racconta alle sette e mezzo della sera in Cina, mentre in Italia si staranno appena sedendo a tavola. “Questo podio è per chi si è svegliato di notte per sostenermi. E per i miei compagni, di società e di Nazionale, che facendo il tifo per me hanno reso tutto questo possibile”.
È un bronzo che luccica d’oro. Stretto al collo insieme all’abbraccio di sua madre, arrivata a Wuxi per esser testimone di persona di come il suo Nico realizza un desiderio. “La sognava più d’ogni altra cosa questa medaglia. È sempre stato così, testardo. E stamattina me l’aveva detto: mamma, oggi faccio podio”. Di parola. Ché una promessa è sempre una promessa. Figurarsi, poi, se la fai alla mamma….
