Storie di scherma – Da fiorettista a medico al seguito della Nazionale, adesso Piero è il Dott. Franco

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Storie di scherma – Da fiorettista a medico al seguito della Nazionale, adesso Piero è il Dott. Franco

Sarà per la strofa famosa di “Amici mai” di Venditti, sì, quella degli amori che “non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, o forse per quel senso d’appartenenza ch’è un tratto distintivo della scherma italiana, capace di marchiare a fuoco ogni suo componente. Sarà per questi o per mille altri motivi, fatto sta che chi ha vissuto la pedana da atleta riesce a sentirsi veramente a casa solo restando “lì attorno”.

Capita così al dottor Piero Franco, uno dei professionisti dell’équipe medica federale guidata dal dottor Antonio Fiore. Nell’ultima prova di Coppa del Mondo del 2024 è stato in Giappone, a Takasaki, come medico al servizio del fioretto azzurro del CT Stefano Cerioni. Era la prima volta che “usciva” con i suoi ex colleghi d’arma, ed evidentemente non c’è stato bisogno di presentarsi. Con parecchi di loro è stato avversario, compagno di squadra, amico. Edoardo Luperi, su tutti, poi Alessio Foconi, ma mica loro soltanto. “È stata un’emozione speciale. La scherma è il mio primo amore, parte integrante della mia vita, lo sarà per sempre, ed essere utile nel mio lavoro, in un ruolo diverso ma fondamentale, è un grande orgoglio per me”, racconta il dottor Franco. Era un fiorettista forte, ex Fiamme Oro, cresciuto al Circolo Scherma Mestre, eppure si definisce uno che ha avuto “la possibilità d’annusare da atleta quell’aria così bella della Coppa del Mondo, dunque ora è una fortuna viverla da medico, e anche una grande responsabilità lavorare al fianco di campioni del calibro degli azzurri”.

Laureato in Medicina all’Università di Padova nel 2019, si sta specializzando in Ortopedia a Firenze e quel tarlo dello sport l’ha sempre avuto nella testa: sei mesi d’esperienza formativa in Austria, i primi contatti con lo staff della Federscherma, gli inizi con le Nazionali giovanili, poi gli Assoluti “con tappe in tutte le armi, e un grazie sentito ai tre Commissari tecnici che mi hanno accolto in modo eccezionale nei loro gruppi”.

La storia del dottor Franco, che nella scherma è e resta per tutti semplicemente Piero, è comune a tanti protagonisti di questo sport: perché schermidori si resta per sempre, e allora va da sé che chi ha lasciato la pedana, anche “lì attorno”, continui a viverla mettendoci il cuore. Semplice come “segreto”, no?

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