STORIE DI MEDAGLIE A PLOVDIV/4 – DAMIANO, IL SUDORE E LE LACRIME (D’ORO) DI UNA “GIORNATA PERFETTA”

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STORIE DI MEDAGLIE A PLOVDIV/4 – DAMIANO, IL SUDORE E LE LACRIME (D’ORO) DI UNA “GIORNATA PERFETTA”

“Chi, Di Veroli piccolo?”. Per anni l’hanno chiamato così. Mica una diminutio… Dato meramente anagrafico.

Davide, il “Di Veroli grande”, comincia a vincere presto, e tanto. Damiano, “il piccolo”, ne segue la scia. Si somigliano, sono (molto) forti entrambi. Il dividersi le armi diventa l’altro segno distintivo. “Il grande” sceglie la spada, “il piccolo” il fioretto. E Damiano, “il piccolo”, da fiorettista, oggi s’è preso il mondo.

L’oro di Plovdiv, il primo titolo per l’Italia nella kermesse iridata giovanile 2023, ha la faccia pulita di questo ragazzo di vent’anni che non guarda la classifica dopo i gironi: “Credo d’esserne uscito da primo”, dice alla fine lasciando un (ir)ragionevole dubbio alla sua affermazione, mentre riannoda i fili della gara che gli ha consegnato (anche) la leadership del Ranking internazionale e la Coppa del Mondo Giovani. Fa così di solito, Damiano, pensa alla pedana più che ai conti, pure se all’Università ha scelto Economia, e dentro un assalto ci resta dall’alba al tramonto. L’errore più grande che possa fare chi tira contro di lui è pensare d’averlo battuto prima d’essere arrivato alla 15esima stoccata. E oggi, questo sbaglio imperdonabile, più d’un avversario deve averlo commesso, lungo la strada che ha condotto il romano delle Fiamme Oro, nato e allenato nella palestra della Giulio Verne, sul tetto del mondo. Il CT Stefano Cerioni, che l’ha condotto al traguardo da fondo pedana, lo conosce bene: anche se sotto di cinque, sapeva che Dami poteva farcela. E quando l’ha visto piangere di gioia per la vittoria nei quarti di finale, dopo il match che dà la certezza d’una medaglia, gli ha chiesto d’asciugarsi le lacrime in fretta. Ché c’era d’andarsi a prendere l’oro.

Già, le lacrime. Sono parte del gioco. E Damiano le pesa quanto questa medaglia così preziosa. Perché ci stanno dentro. “Cosa c’è in questa vittoria? Il sudore di tanti anni di sacrifici. E le lacrime, tante lacrime”. Oggi soltanto di felicità pura. L’espressione autentica d’un ragazzo che prima di decantarsi da sé per un cammino trionfale – ne avrebbe il diritto, ma finirà per non farlo affatto – pensa alla sua piccola/grande squadra che ha nel cuore: “È un successo che condivido con chi ha sempre creduto in me. La mia famiglia, la mia ragazza, i miei maestri Maria Pia Bulgherini e Massimo Ferrarese. Le persone che mi son state e mi saranno accanto in ogni momento”.

L’Inno di Mameli, che dà sempre i brividi, fa da colonna sonora alla sua – questo sì, lo dice a voce alta – “giornata perfetta, indimenticabile”. E che però non può esser né sarà vissuta come un punto d’arrivo. Ché “Di Veroli piccolo” non vuole smetterla di diventar (sempre più) grande. “So ch’è soltanto l’inizio…”. Parola di campione del mondo.

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