C’è una medaglia da mettersi al collo, ed è quello che conta. Sciabola a squadre vice campione del mondo, e sono nove podi per noi. Poi c’è una medaglia da interpretare di fronte a sensazioni contrastanti. Quelle che Jane Austin ha messo in perfetta contrapposizione: ragione e sentimento.
Sì, perché la ragione ci ricorda che questa Cina è ancora un po’ come la punta dell’Empire vista dalla 34ma strada, ma deve farci pensare che l’Italia è anche quella che è venuta a capo di una sfida complicata come quella con la Polonia. E allora interviene il sentimento, con la voglia, anzi il dovere, di lasciare da parte lo scoramento per qualche sberla di troppo rimediata in finale, e la necessità di far prevalere l’orgoglio per una squadra che ha mostrato che a questi livelli ci può stare eccome.
E allora, avanti a testa bassa cari Dei Rossi, Giordan, monumentale il suo 23-2 nel quinto match di finale, e Paolucci perché se il punto di partenza è l’argento vuol dire che voi valete.
Le spadiste scrivono 8 dopo aver accarezzato il sogno della semifinale. Si poteva fare, si può migliorare. Basta questo per ricordare ancora una volta che la vita, e lo sport, sono sempre in equilibrio fra ragione e sentimento. (di Luca Magni)
