Si chiama Lorenzo Seminati, ha appena compiuto 14 anni, è uno schermidore del CS Città dei Mille e ha scelto di concludere il ciclo delle scuole medie con un lavoro che esprime tutta la passione nutrita per il suo sport. È entrato “nell’età delle superiori”, infatti, superando l’esame di Terza Media con una tesina sul campione azzurro di scherma paralimpica Matteo Betti. Il progetto di Lorenzo, seguito dal professor Mario Pansera presso l’Istituto Comprensivo Santa Lucia di Bergamo, si è ispirato alla lettura di “Un tiro mancino”, il libro di Giovanna Romano – con introduzione dell’ex Presidente del CIP, Luca Pancalli, e prefazione firmata dal noto giornalista Carlo Paris – che racconta la storia in pedana e fuori di Matteo Betti.
Un focus sullo sport, sulla disabilità, sull’inclusione, che si dipana in un’intervista video “one to one” realizzata proprio tra le pedane. Lì, senza sottrarsi a nessuna delle domande poste da Lorenzo, lo schermidore azzurro salito due volte sul podio ai Giochi Paralimpici si è raccontato senza filtri, dagli inizi alle gare più importanti, passando per le tante medaglie vinte e anche alcune sfumate, fino ad arrivare ai progetti futuri in cui – garantisce Matteo – “la scherma avrà sempre un ruolo fondamentale nelle mie giornate”.
“Sono contentissimo del progetto di Lorenzo Seminati, ringrazio lui e il suo docente per l’attenzione avuta nei miei confronti e verso la scherma. È stata un’emozione forte e nuova per me essere protagonista di una tesina”, le parole di Betti nel commentare un lavoro chiuso, nell’ultima immagine dell’intervista video, da una potente frase di Arnaud Assoumani, campione mondiale paralimpico di atletica: “Lo sport è lo strumento migliore, insieme all’istruzione e alla cultura, per cambiare la vita delle persone vulnerabili a lungo termine, che vengano chiamate disabili o meno. Allora perché non smettere subito di disumanizzare, cambiare il paradigma e iniziare a concentrarci sulle capacità, su ciò che abbiamo in comune invece che su quello che ci rende diversi?”.
Grazie, Lorenzo. Complimenti. E in bocca al lupo per il futuro, alle scuole superiori e… da Cadetto in pedana!