Di padre in figlio sulle pedane di Piacenza, quelle “coppie speciali” di compagni di squadra

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Di padre in figlio sulle pedane di Piacenza, quelle “coppie speciali” di compagni di squadra

PIACENZA – Di padre in figlio. A Piacenza, nei Campionati Italiani a squadre dalla serie A2 alla C, svoltisi lo scorso weekend, la tradizione di famiglia ha creato due casi di… Compagni di squadra speciali. Due coppie di padri e figli insieme in pedana: Carlo Cubeddu, 54 anni, con Alberto di 15 per il Circolo Schermistico Sassarese, così come il 50enne Matteo Cazzani e il 15enne Roberto nella Scherma Monza. Due famiglie, rigorosamente di fiorettisti, sono state protagoniste di queste storie di passione condivisa.

Carlo Cubeddu pratica scherma dal 1979, è stato prima atleta, poi arbitro internazionale di lungo corso e ora Direttore di Torneo: «Mio figlio giocava a calcio. Poi gli ho fatto provare la scherma e si è appassionato». Alberto interviene e ricorda che «dopo il Covid, ho deciso di andare in palestra. Papà in gara lo considero come un compagno di squadra e tirare con lui è una “figata”. Certo, mi dà molti consigli e spesso mi riprende». Carlo è innamorato della scherma, «disciplina che ti insegna il rispetto dell’avversario e delle regole. Qui non si vedono scene isteriche, e spesso violente, come accade in altri sport. I ragazzi imparano a convivere con le sconfitte e non fanno drammi. Anzi, è una spinta a migliorarsi». La scherma lì è davvero un affare di famiglia, perché anche la moglie di Carlo è stata tiratrice e ha organizzato per anni il prestigioso Trofeo Brigata Sassari.

A Monza, invece, si allenano insieme Matteo Cazzani e il figlio Roberto. Il papà ha alle spalle una carriera prestigiosa in pedana: Gruppo sportivo dei Carabinieri, tante medaglie internazionali e nazionali nel suo palmares. In pedana da quando aveva 9 anni, Matteo ha un bel rapporto con il figlio e «ora si avvera il sogno di fare una gara insieme» dice appena sceso dalla pedana dopo un assalto. «Quando papà mi sgrida – racconta Roberto – al momento ci resto male, ma poi passa. E in allenamento mi aiuta molto con i suoi consigli. Anche per me, in gara, papà è un compagno di squadra. Dopo aver provato alcuni sport ho scelto la scherma e non ho intenzione di abbandonare il fioretto». A portare il figlio in sala di scherma è stato proprio Matteo: «L’ambiente è bello, gli è piaciuto. Tiro da 25 anni, ma mi sono reso conto che insegnare non è il mio lavoro. È meglio che Roberto sia allenato da altri, c’è meno coinvolgimento emotivo». Anche Matteo elogia i valori della scherma «che nella vita mi ha aiutato molto, benché all’inizio sia difficile, posso solo consigliare il nostro sport a ragazzi e ragazze. In pedana si impara il rispetto, le sconfitte si accettano. Certo, ora capisco le sofferenze dei miei genitori quando mi accompagnavano alle gare e mi vedevano perdere».

Per la cronaca: la Scherma Monza dei Cazzani (con Luca Como e Tommaso Corno) è salita sul secondo gradino del podio nella competizione di B1, mentre il Circolo Schermistico Sassarese dei Cubeddu (con Marco Martinelli e Marco Masala) ha chiuso al sesto posto in serie C.

(fonte: Comunicazione Pettorelli Piacenza / COL Campionati Italiani a Squadre A2-B-C)

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