ROMA – La Federazione Italiana Scherma è tra le protagoniste del progetto di Diplomazia sportiva “ComunichiAmo lo sport italiano. Gestualità Made in Italy”, curato dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.
L’iniziativa, in collaborazione con il regista Luca Vullo, è volta a far conoscere all’estero e al pubblico internazionale lo sport italiano e i suoi distretti; essa utilizza come chiave interpretativa la gestualità italiana, patrimonio immateriale della nostra cultura, oltreché eccellenza comunicativa riconosciuta dagli esperti internazionali di settore, e la declina nella sua accezione sportiva ed artigianale per raccontare al pubblico, attraverso un dialogo con atlete ed atleti italiani, i tratti dell’italianità.
Il progetto audiovisivo nato in sinergia con il mondo delle federazioni sportive, si sviluppa in 11 video-interviste e in questa edizione coinvolge le seguenti discipline: oltre alla scherma, protagoniste sono atletica, arrampicata, baseball, ciclismo, nuoto, pallacanestro, rugby, sport equestri, tennis e vela.
Le interviste sono state realizzate da Luca Vullo, regista ed esperto di gestualità italiana, e raccontano con leggerezza e sensibilità, la bellezza e l’autenticità dei gesti che caratterizzano ciascuna disciplina, mettendo in evidenza la connessione con i valori italiani, sportivi, la cultura, i territori e la tradizione di eccellenza artigianale del nostro Paese. I gesti italiani sono serviti nel passato per comunicare senza parlare creando un linguaggio alternativo per facilitare integrazione ed inclusione ai nostri migranti in terra straniera oppure con i popoli dominanti, ma anche per parlare tra i locali senza farsi intendere dall’invasore.
Nell’ambito sportivo, i codici gestuali sono fondamentali per intendersi tra i compagni di squadra, per seguire le istruzioni del coach o dell’allenatore, ma anche per mascherare le proprie emozioni e non essere sconfitti dagli avversari. I gesti diventano dunque strumento per esprimere la propria identità, per fare squadra, per confondere gli avversari e per ingaggiare il pubblico. Grazie alle originali ed emozionanti testimonianze degli atleti italiani, il progetto veicola anche messaggi di integrazione, inclusione e di riscatto che possono diventare fonte di grande motivazione e ispirazione per le future generazioni.
Nel solco del percorso di perfetta integrazione portato avanti dalla Federazione Italiana Scherma nell’attività olimpica e paralimpica, due sono stati i protagonisti del mondo delle pedane che hanno contribuito, con le loro storie, alla narrazione del Made in Italy che vince attraverso lo sport come testimoniato dalle recenti imprese compiute a Parigi 2024. La spadista olimpica Alberta Santuccio, medaglia d’oro a squadre all’Olimpiade dello scorso luglio, e lo sciabolatore paralimpico Edoardo Giordan, bronzo alla Paralimpiade di settembre, si sono raccontati nei loro vissuti umani e sportivi.
Alberta, con la stoccata decisiva messa a segno nella finale olimpica contro la Francia, davanti a 8mila tifosi transalpini al Grand Palais, ha fatto innamorare l’Italia della squadra delle spadiste (regalando il 50° oro della storia della scherma alle Olimpiadi, il primo nella spada femminile), mostrando al grande pubblico il volto di una ragazza siciliana che fa del lavoro, della passione e della determinazione il segreto del suo successo. Vittorie ma anche e soprattutto valori: “Il rispetto è la cosa più importante che la scherma mi abbia insegnato. Rispetto per le regole e per l’avversario, da salutare sempre dopo una vittoria o una sconfitta”, le sue parole.
Coraggio e resilienza sono doti che certo non fanno difetto ad “Edo”: dopo l’amputazione di una gamba, il ragazzo di Fiumicino ha fatto della scherma in carrozzina la sua vita, trovando un riscatto personale e affermandosi come uno dei più forti atleti paralimpici del panorama mondiale, come confermato ai Giochi di Parigi dove con un incredibile tabellone di “ripescaggio” ha conquistato una splendida medaglia di bronzo. “La scherma mi ha dato modo di ritrovare me stesso e di capire che la disabilità non è qualcosa di cui vergognarsi. Anzi, è un valore. Io ce l’ho fatta, tutti possono farcela”, il suo messaggio.
Sia Santuccio che Giordan appartengono al Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro, che ha ospitato la puntata presso la sala d’allenamento di Tor di Quinto a Roma, e rappresentano due personaggi della scherma italiana che brillano per empatia e capacità di rappresentare “fonti d’ispirazione” per i più giovani.