CAMPIONATI EUROPEI DI COPENHAGEN: PER L’ITALIA IL TORNEO DEI BRONZI

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CAMPIONATI EUROPEI DI COPENHAGEN: PER L’ITALIA IL TORNEO DEI BRONZI

L’Italia torna da Copenhagen, dove tra il 29 giugno e il 4 luglio si sono svolti i Campionati Europei Assoluti, con cinque medaglie di bronzo. Un bilancio che a prima vista può sembrare deficitario, ma che se si va a guardare in profondità presenta in realtà molti aspetti positivi. Primo fra tutti, la dimostrazione di maturità fornita dalle giovani leve della scherma azzurra, che in Danimarca hanno disputato prove che lasciano ben sperare per il futuro.

Copenhagen – I Campionati Europei Assoluti di Copenhagen saranno ricordati dall’Italia come il torneo dei bronzi. Cinque in tutto. Cosa strana per la scherma azzurra, mancano oro e argento. Bilancio soddisfacente? Difficile dirlo. Certo, se cinque bronzi vi sembran pochi, provate a chiedere ai francesi, che in sei giorni di manifestazione hanno conquistato un solo secondo posto nella spada maschile individuale, mancando clamorosamente in tutte le altre specialità e piazzando pochissimi atleti negli otto. Soprattutto, provate a pensare per un attimo allo squilibrio esistente tra nazionali che agli Europei si presentano con tutti i big e quelle che, come l’Italia (e, appunto, la Francia), decidono che in una manifestazione del genere, a un mese dalle Olimpiadi, è meglio puntare sui giovani.

Se si adotta questa prospettiva, il giudizio finale sul comportamento degli azzurri nella rassegna continentale tende al positivo. Certo, inutile negarlo, qualche delusione c’è stata. Nella capitale danese, insieme con molti giovani, l’Italia si è presentata anche con un gruppo di grandi che, in linea di massima, hanno fatto meno di quanto si sperava. Parliamo soprattutto di campioni come Alfredo Rota e Cristiana Cascioli, che hanno reso sicuramente al di sotto delle aspettative. Ma anche in questo caso, se si vanno a guardare le cose in profondità, si capisce che il giudizio non deve essere troppo severo. Entrambi vengono da una stagione massacrante, che li ha visti fare i salti mortali in giro per il mondo per conquistare una difficilissima qualificazione olimpica (e Rota ne ha approfittato per portarsi a casa anche la sua prima Coppa del Mondo). Una flessione è dunque più che giustificata. Tanto più che entrambi sono impegnati nella preparazione per Atene e la loro forma non può essere al momento quella ottimale.

Discorso diverso per gli altri due olimpici della spedizione azzurra, Margherita Granbassi e Matteo Zennaro. La prima è uscita nell’individuale per una sola stoccata al cospetto di una fuoriclasse come la romena Laura Carlescu Badea (oro individuale ad Atlanta 1996 e a Copenhagen due volte sul primo gradino del podio) e ha poi trascinato le compagne alla conquista di una splendida medaglia di bronzo con una prestazione eccezionale (nella foto la fiorettista triestina sul podio insieme con le compagne). Il veneziano, dal canto suo, pur deludendo nella gara individuale, ha dato poi il meglio di sé nel torneo a squadre, salendo anche lui sul terzo gradino del podio.

Rimanendo al fioretto, bisogna sottolineare le grandi prove disputate in campo maschile da Giuseppe Alongi, Marco Ramacci e Andrea Baldini e in campo femminile da Claudia Pigliapoco, Elisa Di Francisca e Benedetta Durando. Per quanto riguarda i maschi, Alongi ha dimostrato ancora una volta di essere più che una promessa, anche a livello assoluto. Nonostante una leggera ma dolorosa distorsione al ginocchio rimediata addirittura nei gironi di qualificazione, nella gara individuale il siciliano è riuscito a piazzarsi all’ottavo posto, arrendendosi solo alla sua personale bestia nera, il russo Renal Ganeev, giovanissima stella nascente della scherma mondiale. Dal canto loro, Baldini e Ramacci hanno dato il meglio di sé nel torneo a squadre, cui Alongi non ha potuto partecipare per il dolore al ginocchio di cui abbiamo detto sopra. Da sottolineare soprattutto la prova di Ramacci (che per questa edizione della newsletter ha assunto anche le vesti di inviato speciale). Non tanto per la prestazione in sé, quanto per la difficile condizione psicologica con la quale il fiorettista delle Fiamme Oro ha affrontato questi Europei e, più in generale, quest’ultima parte di stagione. La notizia della mancata convocazione alle Olimpiadi, dopo un anno di lavoro e grandi speranze, avrebbe stroncato un toro. Ramacci ha reagito nell’unico modo concesso a un atleta serio: in pedana.

Passiamo al fioretto femminile. Della Granbassi abbiamo già detto. Quanto a Claudia Pigliapoco, bisogna inchinarsi di fronte a una giovane che alla prima grande manifestazione di livello senior conquista due medaglie di bronzo al cospetto del gotha mondiale della specialità. Soprattutto dopo un paio d’annate di Coppa del Mondo in cui il salto dalle categorie giovanili a quella assoluta era sembrato più difficile del previsto. Tanto di cappello anche davanti a Elisa Di Francisca, altro prodotto dell’infinito vivaio jesino e come la Pigliapoco allieva di un grande del passato come Stefano Cerioni, e a Benedetta Durando, probabilmente una delle più giovani partecipanti alla manifestazione danese, che ha affrontato con qualche ovvia difficoltà ma senza apparenti timori.

Tra le note positive, da segnalare anche il comportamento generale della nazionale di sciabola, che in Danimarca, in assenza del Ct Christian Bauer, è stata guidata da Fabio Di Lauro, Antonio Signorello e Giuseppe Costanzo. Una menzione particolare va fatta a Ilaria Bianco, che ancora una volta ha dimostrato la sua classe e nell’individuale e nella gara a squadre, conquistando di forza due bronzi che renderanno probabilmente meno amara la mancata qualificazione per le Olimpiadi. Certo, anche in questo caso c’è qualche piccolo rimpianto, perché l’atleta pisana aveva tutte le possibilità di ripetere l’exploit dello scorso anno a Bourges, ma ha mancato l’obiettivo salendo poco convinta in pedana nella semifinale contro la polacca Alexandra Socha (che comunque era un’avversaria di quelle toste, tanto che è andata a vincere la gara). Complimenti alla Bianco, comunque. E complimenti anche alle sue tre compagne Francesca Buccione, Rosanna Pagano e Marianna Tricarico, le quali, nel torneo a squadre, hanno dimostrato di essere pronte per le grandi passerelle internazionali. Il gap con le più forti rimane (vedi la Russia in semifinale), ma, data la giovane età generale delle sciabolatrici italiane, c’è di che essere ottimisti per il futuro. A destare impressione, per la grinta e la determinazione con cui ha affrontato il secondo grande impegno internazionale della sua carriera dopo i Mondiali di New York, è stata la Buccione, che nella finale per il terzo posto contro l’Azerbaidjan ha terminato con una incredibile differenza stoccate di +15.

Se complimenti vanno fatti alle ragazze che hanno portato a casa due medaglie, altrettanto bisogna fare con gli sciabolatori, che pure sono tornati in Italia a mani vuote. Certo, bisogna distinguere tra gara individuale e gara a squadre. Nella seconda nessuno dei quattro azzurri – Marco Tricarico, Cristiano Imparato, Diego Occhiuzzi e Andrea Aquili – ha particolarmente brillato, anche se, eccettuata l’Ungheria nella finale per il settimo posto, gli azzurri hanno dovuto affrontare le formazioni A di Ucraina e Romania. Per quanto riguarda la gara singola, invece, usciti anzitempo Imparato e Tricarico, che sono giovanissimi e avranno tempo per rifarsi, hanno brillato le stelle di Occhiuzzi e Aquili. Il napoletano si è concesso il lusso di eliminare il campione olimpico in carica Mihai Covaliu prima di arrendersi nei quarti di finale a un grande della specialità come il russo Serguei Charikov, mentre il secondo ha avuto la capacità di far fuori un altro componente dello squadrone russo, vale a dire Alexei Diatchenko per poi inchinarsi a sua maestà lo zar della sciabola Stanislaw Pozdniakov (all’ennesimo doppio oro della sua eccezionale carriera).

Chiudiamo con la spada, tornata da Copenhagen senza medaglie. Abbiamo già parlato di Rota e della Cascioli. Resta da dire qualcosa a proposito dei loro compagni e compagne di squadra. In campo femminile, nessuna delle azzurre presenti a Copenhagen ha brillato. Francesca Quondamcarlo, Sara Cristina Cometti e Silvia Rinaldi (che all’ultimissimo minuto ha preso il posto dell’infortunata Bianca Del Carretto) al pari della Cascioli sono andate male nell’individuale (la migliore è stata la Quondamcarlo, con un onorevole ventunesimo posto) e non sono riuscite a rifarsi nel torneo a squadre. Certo, dopo la netta sconfitta iniziale contro la Polonia hanno dimostrato buone capacità di reazione, vincendo tre gare di seguito. Ma alla fine per loro c’è stata solo la nona posizione in classifica generale.

Più confortante la prova degli uomini. Rota è giunto per l’ennesima volta in stagione nei quarti, Alessandro Bossalini si è arreso solo negli ottavi alla priorità contro il francese Remy Delhomme (che poi è andato a vincere l’argento), Francesco Martinelli si è piazzato in ventunesima posizione, mentre Federico Bollati ha pagato l’inesperienza a questi livelli. La vera delusione, per la spada maschile, è venuta dal torneo a squadre. Il risultato (quarto posto), in realtà, non è malvagio, anche se prendere la medaglia di legno è sempre abbastanza frustrante. Il fatto è che in una gara che nei quarti vede uscire la Francia e la Russia campione del mondo e arrivare alle semifinali Svizzera, Svezia e Polonia l’Italia poteva fare di più. Purtroppo, nell’incontro con gli elvetici prima e in quello con gli scandinavi poi, Rota e compagni, che nei turni precedenti avevano tirato alla grande, si sono come bloccati, andando male a turno. Col risultato che quando un azzurro riusciva a guadagnare un vantaggio o a recuperare uno svantaggio, il compagno nella manche successiva subiva sempre parziali negativi. Un peccato, perché la medaglia era alla nostra portata. E gli spadisti azzurri, che sono un gruppo di ragazzi seri e intelligenti, sono stati i primi a rendersene conto.

COPENHAGEN – TUTTI I RISULTATI

FIORETTO FEMMINILE INDIVIDUALE

Classifica finale
1. Laura Carlescu Badea (Rom)
2. Svetlana Boiko (Rus)
3. Claudia PIGLIAPOCO (Ita)
3. Anna Rybicka (Pol)
5. Elisa DI FRANCISCA (Ita)
6. Alicja Kryczalo (Pol)
7. Indra Angad Gaur (Ned)
8. Katja Waechter (Ger)
9. Margherita GRANBASSI (Ita)

FIORETTO FEMMINILE A SQUADRE

Classifica finale
1. Romania
2. Russia
3. ITALIA (Margherita Granbassi, Benedetta Durando, Elisa Di Francisca, Claudia Pigliapoco)
4. Israele
5. Polonia
6. Germania
7. Francia
8. Ungheria
9. Ucraina
10. Bielorussia
11. Gran Bretagna
12. Danimarca

FIORETTO MASCHILE INDIVIDUALE

Classifica finale
1. Richard Breutner (Ger)
2. Renal Ganeev (Rus)
3. Michael Ludwig (Aut)
3. Andrzej Witkowski (Pol)
5. Slawomir Mocek (Pol)
6. Tomasz Cieply (Pol)
7. Youri Moltchan (Rus)
8. Giuseppe ALONGI (Ita)
15. Marco RAMACCI (Ita)
35. Andrea BALDINI (Ita)
37. Matteo ZENNARO (Ita)

FIORETTO MASCHILE A SQUADRE

Classifica finale
1. Russia
2. Polonia
3. ITALIA (Marco Ramacci, Matteo Zennaro, Andrea Baldini, Giuseppe Alongi)
4. Francia
5. Austria
6. Spagna
7. Germania
8. Portogallo
9. Danimarca
10. Ungheria
11. Belgio
12. Ucraina
13. Olanda
14. Gran Bretagna
15. Svezia

SCIABOLA FEMMINILE INDIVIDUALE

Classifica finale
1. Aleksandra Socha (Pol)
2. Ekaterina Fedorkina (Rus)
3. Ilaria BIANCO (Ita)
3. Catalina Gheorghitoaia (Rom)
5. Sophia Velikaia (Rus)
6. Malgorzata Kozaczuk (Pol)
7. Pascale Vignaux (Fra)
8. Sybille Klemm (Ger)
13. Rosanna PAGANO (Ita)
24. Marianna TRICARICO (Ita)
25. Francesca BUCCIONE (Ita)

SCIABOLA FEMMINILE A SQUADRE

Classifica finale
1. Russia
2. Romania
3. ITALIA (Ilaria Bianco, Francesca Buccione, Rosanna Pagano, Marianna Tricarico)
4. Azerbaidjan
5. Polonia
6. Gran Bretagna
7. Ungheria
8. Francia
9. Germania

SCIABOLA MASCHILE INDIVIDUALE

1. Stanislaw Pozdniakov (Rus)
2. Marcin Koniusz (Pol)
3. Serguei Charikov (Rus)
3. Alexei Yakimenko (Rus)
5. Vladimir Lukashenko (Ukr)
6. Adam Skrodzki (Pol)
7. Diego OCCHIUZZI (Ita)
8. Oleg Shturbabin (Ukr)
16. Andrea AQUILI (Ita)
33. Marco TRICARICO (Ita)
46. Cristiano IMPARATO (Ita)

SCIABOLA MASCHILE A SQUADRE

Classifica finale
1. Russai
2. Polonia
3. Ucraina
4. Francia
5. Romania
6. Bielorussia
7. Ungheria
8. ITALIA (Diego Occhiuzzi, Andrea Aquili, Marco Tricarico, Cristiano Imparato)
9. Germania
10. Spagna
11. Gran Bretagna
12. Svezia
13. Danimarca

SPADA FEMMINILE INDIVIDUALE

Classifica finale
1. Natalia Conrad (Ukr)
2. Anna Sivkova (Rus)
3. Oxana Ermakova (Rus)
3. Hajnalka Toth (Hun)
5. Tatiana Logounova (Rus)
6. Ana Maria Branza (Rom)
7. Marysa Baradji-Duchene (Fra)
8. Andrea Rentmeister (Aut)
21. Francesca QUONDAMCARLO (Ita)
36. Cristiana CASCIOLI (Ita)
44. Silvia RINALDI (Ita)
68. Sara Cristina COMETTI (Ita)

SPADA FEMMINILE A SQUADRE

Classifica finale
1. Russia
2. Ungheria
3. Polonia
4. Romania
5. Estonia
6. Ucraina
7. Francia
8. Austria
9. ITALIA (Cristiana Cascioli, Sara Cristina Cometti, Silvia Rinaldi, Francesca Quondamcarlo)
10. Israele
11. Germania
12. Lettonia
13. Svizzera
14. Svezia
15. Repubblica Ceca
16. Portogallo
17. Danimarca
18. Norvegia

SPADA MASCHILE INDIVIDUALE

Classifica finale
1. Christoph Marik (Aut)
2. Remy Delhomme (Fra)
3. Robert Andrzejuk (Pol)
3. Pavel Kolobkov (Rus)
5. Marcel Fischer (Sui)
6. Alfredo ROTA (Ita)
7. Joaquim Videira (Por)
8. Krisztian Kulcsar (Hun)
15. Alessandro BOSSALINI (Ita)
22. Francesco MARTINELLI (Ita)
55. Federico BOLLATI (Ita)

SPADA MASCHILE A SQUADRE

Classifica finale
1. Svizzera
2. Polonia
3. Svezia
4. ITALIA (Alessandro Bossalini, Francesco Martinelli, Alfredo Rota, Federico Bollati)
5. Francia
6. Russia
7. Germania
8. Estonia
9. Ucraina
10. Norvegia
11. Olanda
12. Ungheria
13. Israele
14. Spagna
15. Austria
16. Portogallo
17. Bielorussia
18. Slovacchia
19. Repubblica Ceca
20. Gran Bretagna
21. Danimarca

IL MEDAGLIERE DI COPENHAGEN

NAZIONE
ORO
ARGENTO
BRONZO
TOTALE
Russia
5
5
4
14
Romania 2
1 1
4
Polonia
1
4
4
9
Austria
1
0
1
2
Ucraina
1
0
1
2
Germania
1
0
0
1
Svizzera
1
0
0
1
Ungheria
0
1
1
2
Francia
0
1
0
1
ITALIA
0
0
5
5
Svezia
0
0
1
1

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