Lipsia – Ieri sera, nella casa di Gela, tutta la famiglia era incollata davanti al televisore a seguire con trepidazione Valentina Vezzali che, in pedana per la finale, cercava di recuperare lo svantaggio con la tedesca Anja Muller. C’era il marito Mimmo Giugliano (centrocampista del Gela), c’era mamma Enrica, qualche altro parente e, in un angolo lontano dalla luce, la culla dove il piccolo Pietro (quattro mesi e un giorno) dormiva saporitamente.
Quando Valentina Vezzali ha raggiunto la rivale sul 10-10 Pietro si è svegliato: Lo racconta proprio lei ai giornalisti: «Puo darsi che il suo sonno sia stato interrotto dal presumibile urlo generale sulla mia stoccata del pareggio, in ogni caso il piccolo Pietro è rimasto vispamente sveglio e ha riso sempre fino alla mia vittoria finale. Poi dicono che il legame ombelicale tra madre e figlio non abbia importanza».
Ecco Valentina Vezzali il giorno dopo la sua vittoria più emozionante. Radiosa, disponibile, ispiratissima: «Nei ringraziamenti del dopo gara ho dimenticato di citare Doriana Pigliapoco e i ragazzini del Club Scherma Jesi che in pieno agosto, quando tutti vanno in vacanza, sono rimasti in palestra ad allenarmi».
Perché hai dedicato la vittoria a tutte le mamme del mondo?
«Per spronarle a non chiudersi in casa con i loro figli piccoli. Non è determinante il tempo che si trascorre insieme a loro, ma la qualità di questa presenza».
La tua vittoria rappresenta davvero un miracolo?
«Sì, io credo che un po’ sia un segno del cielo. Io penso che nella vita ognuno di noi abbia una missione da assolvere: dalla scherma ho avuto tanto, ma credo di avere ancora molto da dare a questo magnifico sport. Mi auguro di potercela fare. Traguardi non mancano. Per esempio Romankov ha vinto 5 mondiali, io solo quattro quindi…».
L’insaziabile e inimitabile campionessa intanto racconta un fatto curioso: ieri sera, dopo la gara, durante l’attesa per l’espletamento degli obblighi dell’antidoping, Valentina Vezzali ha perduto la medaglia d’oro appena conquistata. Più che perduta, le si è frantumata in cento pezzi perché l’aveva posata in grembo e inavvertitamente, alzandosi in piedi, l’ha fatta cadere in terra. Il fatto è che il Comitato Organizzatore ha scelto medaglie di porcellana, quindi estremamente fragili, ma oggi stesso ha provveduto a consegnarne un’altra nuova di zecca.
Tra ieri sera e oggi telefonate, messaggi in segreteria, SMS e affini si sono succeduti senza soluzione di continuità.
Le ha telefonato il Presidente del CONI Gianni Petrucci che già subito dopo la vittoria aveva dettato alle agenzie di stampa un messaggio molto bello. Ha chiamato anche Lello Pagnozzi segretario generale del CONI. Poi gli SMS ugualmente graditissimi di Diana Bianchedi, Francesca Bortolozzi e Giovanna Trillini («Sono mamma anch’io e tu mi hai fatto capire che posso continuare a calcare la pedana»), poi la telefonata del suo capo delle Fiamme Oro, Errante Parrino. E a questo punto Valentina ha precisato: «Ringrazio le Fiamme Oro per quello che hanno fatto e fanno per me. Non dimenticate che io voglio fare il commissario di polizia».
E che altro?
«Per esempio mi piacerebbe ottenere un incarico politico-sportivo come quello che ha avuto Diana Bianchedi quando fu nominata vice presidente del CONI. Vorrei poter trasmettere anche io quei valori sportivi e anche umani di cui oggi c’è tanto bisogno. Quei valori che a noi ha saputo inculcare così bene l’indimenticato Renzo Nostini».
Tra le mille telefonate c’è stata anche quella dell’addetto stampa dell’Inter (di cui lei è tifosa) e quella abbastanza inattesa di Eros Ramazzotti («Sono una sua grande fan. Conosco tutte le sue canzoni che mi aiutano a distendermi e a concentrarmi»).
In conferenza stampa, accanto a lei, era seduto il Presidente federale Giorgio Scarso che ha detto: «A Valentina dico che è bello constatare come si possano coniugare i valori sportivi con quelli umani. Valentina è una bandiera per i giovani, un modello per tutti. Siamo felici ed orgogliosi di avere con noi una tale campionessa di vita. E devo anche ringraziare le Fiamme Oro e gli altri corpi sportivi militari per il contributo che danno alla scherma italiana».
Ieri notte, un’ora dopo la conquista della sua quarta medaglia mondiale, la campionessa di Jesi è stata festeggiata in albergo con un applauditissimo brindisi da tutto il clan italiano. E poco dopo c’è stato il bis con l’arrivo di Cesare Salvadori e di una delegazione di Torino 2006 che hanno levato i calici in onore di Valentina Vezzali con la speranza – non espressa ma molto sentita – che lei sappia ripetersi anche tra un anno nei Mondiali di casa nostra.
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