Roma – Com’era prevedibile, a dominare le gare di scherma fin qui
disputate a Santo Domingo, dove venerdì scorso è cominciata
la quattordicesima edizione dei Giochi Panamericani, sono stati gli Stati Uniti, che hanno
finora conquistato due medaglie sulle quattro in lizza.
Nel torneo di sciabola femminile, disputato sabato sulle pedane della Casa
Nacional del Judo presso il Centro Olímpico Juan Pablo Duarte,
una delle grandi favorite, Sada Jacobson, americana di Atlanta, capofila
del ranking assoluto FIE e
Campionessa del Mondo Junior 2003, non
ha deluso le aspettative, vincendo l’oro con un nettissimo successo sulla
venezuelana Alejandra Benítez (15-4 il punteggio). La Jacobson
ha "rischiato" di giocarsi l’oro contro la sorella maggiore Emily, che si è fermata a un passo dalla finale, perdendo in semifinale proprio contro la Benítez per una sola
stoccata (14-15). Al terzo posto, insieme con la venezuelana, grande sorpresa
della giornata, si è piazzata la cubana Ana Faez Miclin.
Strapotere Usa, sempre sabato, anche nel fioretto maschile. La finale è
stata una sorta di derby dell’Hudson, visto che si fronteggiavano il newyorkese
Jonathan Tiomkin e Dan Kellner, nato a Warren, nel New Jersey,
stato che dalla Grande Mela è separato, appunto, dal fiume Hudson.
A spuntarla è stato Kellner, numero 31 del ranking internazionale.
Sul terzo gradino del podio sono saliti due atleti di Cuba, Raúl Perojo
Valdés e Reinier Suárez Andino.
Per la scherma cubana l’oro è arrivato domenica dalla spada maschile,
dove a trionfare è stato Camilo Boris Barriento, impostosti
in finale sul venezuelano Silvio Fernández. Terzi a pari merito
il portoricano Víctor Bernier e il cileno París Rodríguez.
Nel fioretto femminile, infine, a trionfare è stata la venezuelana
Mariana González, numero 102 del ranking FIE, che in finale
ha sconfitto la giovanissima statunitense Emily Cross, oro ai Mondiali
Cadetti 2003, che nella classifica internazionale la sopravanza di ben 54
posizioni. Terzo posto per un’altra americana, Erinn Smart, e per
la cubana Arianne Ribot Laugart.
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