Trapani – Per salutare la prima medaglia d’oro dell’Italia, conquistata dalla fiorettista Claudia Pigliapoco (nella foto sul podio) qui a Trapani nell’ultima giornata di gare individuali ai Mondiali juniores, foinalmente la fanfara del XII Reggimento dei bersaglieri ha potuto esibirsi suonando l’Inno di Mameli cantato a gran voce dal pubblico presente mentre la 19enne jesina sul cercava di contenere la commozione, in piedi sul gradino più alto del podio.
La prima domanda alla neo campionessa iridata juniores è quasi scontata: ma come fate voi di Jesi a essere sempre le più brave del mondo?
Mai risposta fu più spontanea: “Sinceramente in questo momento proprio non lo so“.
In semifinale sul 3-9 hai tremato?
“Non è che abbia tremato, ero proprio convinta di aver ormai perduto l’assalto. Ma per fortuna ho mantenuto lucidità“.
A chi dedichi questa medaglia d’oro?
“In particolare ad una persona che mi è molto cara. Poi al mio maestro Stefano Cerioni e alla mia famiglia“.
Il Commissario del fioretto, Andrea Magro, riceve decine di strette di mano, abbraccia Stefano Cerioni maestro di Claudia Pigliapoco e, dopo tanta tensione, comincia a godersi il primo oro di questi Campionati Mondiali juniores di Trapani, oro che guarda caso ancora una volta arriva dal fioretto.
In semifinale sul 9-3 per la russa Lamonova, hai avuto paura? Hai temuto che Claudia dovesse accontentarsi di una medaglia di bronzo?
“Claudia stava tessendo una tela, con pazienza, con calma. Anche sotto di sei stoccate bisognava continuare con questa tattica per portare in avanti la fiorettista russa. Claudia è stata bravissima a mantenere nervi saldi e lucidità ed è arrivata la vittoria. Poi, la finale l’avete vista tutti. Non c’è stata storia, Claudia è stata perfetta. Il risultato ci esalta ma continuiamo a lavorare. In silenzio“.
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