“L’attore e la spada, un giorno da duellante”, Masterclass di Scherma Scenica all’Accademia d’Armi Musumeci Greco di Roma

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“L’attore e la spada, un giorno da duellante”, Masterclass di Scherma Scenica all’Accademia d’Armi Musumeci Greco di Roma

ROMA – In collaborazione con la Festa del Cinema di Roma, si è tenuta ieri (sabato 18 ottobre) una Masterclass di scherma scenica presso l’Accademia d’Armi Musumeci Greco, sulle pedane della Casa Museo a due passi dal Pantheon. “L’attore e la spada, un giorno da duellante” è stato il titolo di una suggestiva iniziativa dedicata al connubio tra arte e sport: la lezione è stata condotta dal maestro Renzo Musumeci Greco, delegato della Federazione Italiana Scherma per la Scherma Scenica e Cinematografica e presidente dell’Accademia, che ha mostrato i principi fondamentali della scherma scenica, offrendo una rivisitazione della disciplina adattata al palcoscenico e al linguaggio del cinema, tra tecnica, ritmo e interpretazione.

“Talentuosi, appassionati e pronti a nuove sfide”, così il maestro Renzo Musumeci Greco ha definito gli allievi partecipanti: Guglielmo Amori, Pasquale Aprile, Luca Benedetti, Cris D’Aquino, Giuseppe D’Elia, Claudia Di Cello, MadeleineFaye, Julia Giorgi, Cecilia Guzzardi, Giorgio Papagni, Roberta Ranieri, Mia Russell, Federica Siano, Barbara Staffolani, Gianluca Vannucci e Alida Zaccagnino Valli.

La scherma scenica è stata inventata in Italia da Enzo Musumeci Greco (1911-1994), padre di Renzo, e promossa a disciplina alla fine degli anni Trenta, quando il cinema, dopo aver da poco superato il primo decennio del sonoro, decise – con i più famosi attori e registi di quel tempo, come Blasetti, Cervi, Nazzari e molti altri – di cimentarsi nel genere epico, caratterizzato da battaglie, eroi e moltitudini di combattenti. Era il tempo di Cinecittà, costruita nel 1936 insieme alla nuova sede dell’Istituto Luce, e del neonato Centro Sperimentale di Cinematografia, preludio all’Epoca d’Oro del cinema italiano, in particolare a Roma, che venne chiamata la Hollywood sul Tevere. Fondamentale divenne allora il ruolo del Maestro d’Armi, proveniente dalla scherma sportiva – simbolo, in quell’epoca, di onore e cavalleria – che ben si prestava a trasformare in modo fantasioso e spettacolare ciò che avveniva sulle pedane delle competizioni schermistiche, rendendo così comprensibili i duelli a tutti gli spettatori.
Iniziò così un grande lavoro di studio sulle varie tecniche del duello, sviluppatesi nei secoli, da adattare alla scena per renderle avvincenti e, al tempo stesso, credibili. Per la scherma scenica occorre non soltanto una tecnica di base indispensabile per la sicurezza, ma anche una gamma di atteggiamenti utili a interpretare qualsiasi personaggio: dal guascone al pavido, dall’aggressivo al traditore, dall’eroe al paladino degli oppressi. È l’integrazione tra un atleta, capace di lanciarsi per le scale, saltare sui tavoli e aggrapparsi ai lampadari, e un attore in grado di trasmettere, con l’espressività del viso e del corpo, il messaggio incarnato dal proprio personaggio. Tali capacità, esaltate dalla scherma, rappresentano una risorsa preziosa per tutta la carriera artistica dell’attore.
Il tipo di esercitazione varia a seconda dell’obiettivo da raggiungere. Si comincia con le lezioni dedicate alla postura, per poi passare ai fondamentali tecnici dell’attacco e alle corrispondenti parate, fino a legare il tutto con brevi scambi di colpi in coppia. È una sequenza preordinata, che non lascia spazio all’improvvisazione, nella quale si inseriscono progressivamente atteggiamenti e battute per dare senso compiuto all’azione e renderla leggibile anche al pubblico.

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