Alle inaugurazioni ci si deve mettere il vestito buono e la scherma italiana ha tirato fuori un abito da sera da fare invidia alla principessa Sissi. Il nastro tricolore del nuovo PalaTerni cade grazie alle lame delle forbici e si popola di quelle dei tiratori paralimpici. E al gran ballo dei mondiali l’Italia apre il suo forziere per incamerare un bel po’ di metallo.
Due ori che ricordano ai colossi cinesi che noi siamo piccoli ma tosti, che regalano a Leo Rigo un triplete atteso, sperato, ma mai scontato; che incoronano finalmente la classe di Ema Lambertini. Poi ci sono loro, gli esperti, i saggi, chiamateli come volete ma non anziani, che stanno sempre lì a collezionare medaglie. Rossana Pasquino e Matteo Betti si mettono al collo il bronzo e in tasca tanta fiducia per quell’impegnino distante una decina di mesi. Willy Russo non può coltivare sogni parigini, ma anche lui, bronzo come i colleghi, lavora per guadagnarsi i galloni di monumento.
E allora, benvenuto PalaTerni, benvenuti mondiali, ma soprattutto benvenuta Italia. Ma sia chiaro, la prima è buona, ma a noi non basta. (di Luca Magni)
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